Interviste, Storie

Dal Veneto al Canada: la storia di “Due veronesi a Toronto”

di VALENTINA DI CESARE

Quando Daniela e suo marito visitano per la prima volta il Canada nel 2014, se ne innamorano. Toronto, in particolare, fa breccia nei loro cuori e iniziano a pensare all’eventualità di trasferirvisi. Per una serie di motivi il progetto non si concretizza ma, qualche anno dopo, una proposta di lavoro li porterà a realizzare quel desiderio forse mai completamente abbandonato. Da allora i due raccontano la loro vita a Toronto e in Canada sulla pagina Instagram “Due veronesi a Toronto“. Inoltre è possibile seguire le attività di Daniela, Vicepresidente dell’ICC (Italian Culinary Consortium” e foodwriter sul suo profilo Instagram personale

Dal Veneto al Canada: quando e perchè? Entusiasmi, paure e nostalgie…

Abbiamo sempre avuto un’anima vagabonda. Viaggiare per noi è arricchimento e crescita personale. Scoprire mondi lontani, parlare con altre persone che vivono nelle diverse nazioni, confrontarci sui problemi della vita in quel dato paese, per noi è uno stimolo a migliorarci e a capire meglio il territorio che andremo a conoscere e ad esplorare. La nostra avventura in Canada, inizia nel 2008, quando, insieme ad amici, decidemmo di programmare un viaggio tra l’Ontario, il Quebec con destinazione finale New York. Per noi il Canada fu un colpo di fulmine, ci innamorammo di questo paese e di tutto quello che offriva in termini naturalistici e anche di vita quotidiana. Specialmente la nostra attenzione fu catturata dalla bellezza e vivibilità della città di Toronto. Per noi, che venivamo da una piccolissima città del Veneto, Toronto ci sembrava enorme e allo stesso tempo a misura d’uomo. Abituati alla frenesia quotidiana di Milano e delle nostre città, adoravamo vedere queste persone lavorare mantenendo una calma e rilassatezza per noi sconvolgente. Infatti, ancora adesso, nonostante Toronto sia in continua crescita e la popolazione aumenti ogni anno di più, mantiene quella calma e tranquillità che raramente abbiamo trovato in altre metropoli. Certo il traffico è abbondante, ma le persone mantengono ancora quel minimo di cortesia e aplomb inglese. Non di rado quando scendo nel centro di Toronto e prendo i mezzi pubblici, vedo ragazzi che cedono il posto alle persone più fragili o aiutano ad attraversare alle persone con qualche disabilità. A volte mi succede che le persone mi fermino anche solo per chiedermi dove ho preso la giacca o le scarpe perché gli piacciono e in questo modo si inizia una piccola chiacchierata, questo succede anche nei parchi cittadini, se ci si ferma su una panchina trovi sempre qualcuno che ha voglia di scambiare qualche parola. Tutto questo ci fece pensare ad un possibile trasferimento ma la vita a volte ti riserva delle sorprese che possono ritardare i tuoi progetti. Purtroppo per varie vicissitudini il nostro progetto fu messo da parte, per ripresentarsi qualche anno più tardi con una bella e stimolante opportunità. Nel 2014 fu offerta a mio marito una collaborazione tra la Camera di Commercio di Verona e la Camera di Commercio Italiana a Toronto per aiutare le imprese italiane che volevano investire in Canada. Da quel momento iniziò il nostro peregrinare da Verona a Toronto. A mano a mano che conoscevamo più a fondo questa città crebbe la nostra curiosità e volontà di trasferimento. Nel 2017 portammo i nostri figli e il nostro primo nipotino a conoscere Toronto, lo scopo era di farli innamorare per poi trasferirci tutti insieme. Infatti, fu proprio così. Nel 2019 il grande trasferimento, io e mio marito continuammo a fare la spola tra Verona e Toronto, un po’ per lavoro e un po’ per i nostri genitori anziani. Nel 2020 il Covid ci fermò, viaggiare era diventato impossibile e quindi da qui la decisione, anche per noi, di stabilirci a Toronto. Ora sono 4 anni che viviamo qui e ne siamo ancora follemente innamorati, pur non dimenticando le nostre origini, noi siamo italiani e orgogliosi di esserlo. Questo lo ricordiamo sia ai nostri figli che ai nostri nipoti (nel frattempo, è nata qui la nostra seconda nipotina), specialmente con questi ultimi abbiamo stabilito che la casa dei nonni è Repubblica Italiana quindi, si parla italiano, si guardano cartoni animati in italiano e soprattutto si legge e scrive in italiano. Noi ci teniamo particolarmente perché la nostra vita è un viaggio e se non ci si vuol perdere nei meandri di questo nostro lungo cammino, non bisogna dimenticare da dove siamo venuti. A tal proposito ho scritto anche un libro di ricette e tradizioni italiane che si fondono con la poesia e l’arte italiana, perché tutto in Italia parla di cibo. Come genitori dobbiamo anche gestire le nostalgie, le paure non solo dei nostri figli ma anche dei compagni dei nostri figli, e a volte anche degli amici dei figli, perché quando ci si trasferisce in un altro paese si entra a far parte di una grande famiglia.

Come e perchè è nata l’idea della Pagina Instagram? Com’è il rapporto con chi vi segue e quali sono le domande/richieste più frequenti che ricevete?

A Toronto abbiamo conosciuto tantissime persone giovani e meno giovani che si sono trasferite per svariati motivi, alcuni da soli altri in coppia, non solo dall’Italia ma anche da altri paesi e cerchiamo tutti di aiutarci ad affrontare quei piccoli problemi che possono derivare dalla nostalgia o, e questa è il problema più grande, dalla paura di non farcela, di perdere il lavoro e trovarsi in un paese straniero da soli. Per quanto ci riguarda, noi siamo ancora entusiasti di vivere qui, abbiamo tutto un territorio enorme ancora da scoprire. Certo la nostalgia per i genitori è grande, si tratta della nostalgia di non poter condividere le nostre gioie con le nostre mamme o i nostri fratelli. Siamo grati di avere dei genitori e dei fratelli che hanno capito quanto per noi sia importante poter offrire ai nostri figli e nipoti una opportunità in più, un futuro (speriamo) diverso e una vita più semplice. Proprio da questa voglia di condividere le nostre gioie e la bellezza di questo paese è nata l’idea di fare una pagina Instagram. Ci piace l’idea di poter raccontare la vita in un continente diverso e la nostra sfida di inserirci sia con la lingua che con la comunità. Ci siamo accorti che chi ci segue ha piacere attraverso il nostro profilo seguire quello che facciamo o visitiamo. Specialmente cerchiamo di pubblicare i nostri piccoli viaggi attraverso il Canada, ma anche quello che questo territorio offre. Ci piacerebbe pubblicare di più, ma alcuni argomenti non verrebbero capiti come ad esempio la sicurezza, qui le case non hanno imposte alle finestre, le porte non sono blindate e i giardini sono aperti, eppure, nessuno tocca niente. La sanità, che qui è completamente gratuita, non si paga nemmeno il ticket e sappiamo quello che diciamo perché mia figlia ha partorito qui e mio marito è in cura qui per una leucemia (per fortuna non grave) e negli ospedali abbiamo sempre trovato una grande umanità e gentilezza. La burocrazia, molto più snella e veloce nell’acquisire i documenti necessari. Il rispetto per l’ambiente in cui si vive, ad esempio i parco giochi sono perfetti non ci sono attrezzature rotte o panchine rovinate. Inoltre, nei vari parchi cittadini si può fare picnic e ognuno porta via le sue immondizie, addirittura alcuni parchi sono attrezzati con barbecue fissi e tanti tavoli per poter pranzare all’aperto, ma nessuno distrugge. Non verrebbero capiti perché purtroppo in Italia questo è utopia, non sai quanto ci dispiace quando torniamo a Verona vedere la nostra meravigliosa città deturpata da vandalismo e non si tratta di troppa immigrazione o altre cose, si tratta esclusivamente di educazione. Quindi ci limitiamo a pubblicare i nostri viaggi, le nostre gite nelle fattorie ovvero quello che facciamo con la nostra famiglia, con i nuovi amici o noi come coppia. I nostri amici canadesi ci chiedono, a volte, perché abbiamo scelto il Canada e abbiamo lasciato la bellezza e il calore dell’Italia, e a tutti rispondiamo che purtroppo l’Italia è un paese meraviglioso, con una ricchezza artistica straordinaria, con una varietà di territorio unica al mondo, ma un luogo nel quale, al momento, è difficile lavorare e poter crescere una famiglia.

Quali suggestioni vi sembra che attraggano i canadesi nei confronti della nostra cultura?

I canadesi sono attratti soprattutto dal sole italiano e dal buon cibo, la maggior parte di essi è attratta dalla “Dolce Vita”. Sono affascinati dal mare, dagli aperitivi bevuti magari in riva al mare o nelle piccole piazze dei centri cittadini, dai nostri meravigliosi capolavori sia artistici che culinari. Sono incantati dalla bellezza straordinaria di quelle piccole cittadine antiche incastonate come perle lungo tutto il nostro amato stivale. D’altronde il Canada offre un meraviglioso e variegato contesto naturalistico ma, poca storia e prevalentemente legata ai nativi americani. È un paese che deve combattere con temperature non proprio miti e che quindi rende quasi impensabile il poter gustare un aperitivo all’aperto. Soprattutto, bisogna capire che, la maggior parte dei canadesi conosce l’Italia attraverso i racconti dei nostri connazionali emigrati, i quali parlavano del loro paese con nostalgia e tanto amore. Emigrati che hanno saputo mantenere e insegnare alle nuove generazioni le tradizioni italiane, specialmente quelle legate alla famiglia e al cibo.

La Toronto italiana del passato e del presente…Come vi sembra, specie se rapportata al passato, la comunità di abitanti di origini italiane? 

Possiamo dire che Toronto e comunque il Canada sono stati “costruiti” anche dai nostri migranti, e se noi recenti emigranti possiamo stare bene qui e trovare i prodotti della nostra terra e le tradizioni lo dobbiamo al loro lavoro, alla loro costanza e forza, nel far pervenire in questa terra non solo le tradizioni ma anche i prodotti della nostra Italia. Al loro costante impegno affinché le tradizioni di famiglia, siano portate avanti dai figli e nipoti. Un esempio su tutti: la salsa di pomodoro. A Toronto, da fine agosto e per tutto il mese di settembre si possono trovare fuori dai supermercati cesti colmi di pomodori da salsa, basilico e pentoloni da acquistare per poter cuocere e preparare la salsa di pomodoro. La maggior parte delle famiglie italiane si riunisce nella preparazione della salsa di pomodoro e ogni famiglia custodisce gelosamente la propria ricetta. Per non parlare delle processioni e riti della devozione cattolica. Ogni comunità italiana ha portato la propria e ci sono ancora chiese in cui si può assistere alla messa in lingua italiana. Purtroppo, questo finirà con lo spegnersi delle prime generazioni, perché una cosa che recrimino a tutti gli italiani che vivono qui e sono di seconda o terza generazione è che non hanno saputo mantenere viva la nostra lingua, loro si sentono italiani, vivono le tradizioni italiane ma non parlano, non scrivono e soprattutto non capiscono la lingua italiana. Questo per me è un argomento di cui discuto con queste generazioni, perché come si può definirsi italiani se non si conosce la base dell’essere italiano: la lingua. Noi siamo immersi anche nelle altre comunità, specialmente quella cinese, avendo una nuora cinese. Tutte le altre comunità mantengono vive non solo le tradizioni ma anche e soprattutto la lingua. Quando andiamo a pranzare in un ristorante cinese, mia nuora si rivolge nella sua lingua al cameriere, diversamente che nei nostri ristoranti dove molte volte non riescono a capire o scrivere nemmeno un menù in italiano. Noi partecipiamo a quasi tutte le manifestazioni che vengono istituite dai vari enti (Camera di Commercio, Consolato italiano, Ambasciata italiana, ecc.) e in nessuna di queste manifestazioni si parla italiano, purtroppo nemmeno alla Festa della Repubblica. Questo perché gli italiani che vivono qui non conoscono la lingua italiana. Ora, noi capiamo il rispetto per il paese che ci ha adottato, ma in queste manifestazioni dovrebbe essere d’obbligo un minimo di lingua italiana. Se si perde la lingua, si perderanno anche le tradizioni, per questo pensiamo che quando spariranno le prime generazioni, purtroppo sparirà anche tutto quello per cui i nostri connazionali che ci hanno preceduto hanno insegnato e portato con sé e nel loro cuore. I ragazzi e le famiglie giovani che si trasferiscono, già ora, non portano con sé la loro italianità, a differenza (e non ci stancheremo di ripeterlo) delle altre etnie.

L’Italia e il Canada la provincia dalla quale provenite e la vostra attuale casa. Cosa salvare e cosa migliorare di ambedue i luoghi? E cosa vi manca quando siete lontani da uno dei due?

Cosa salvare dell’Italia e del Canada, bella domanda. Dell’Italia noi salveremmo la grande tradizione culinaria, vanto degli italiani nel mondo. La nostra solarità, il nostro amore per le tradizioni e per la nostra terra. La forza degli italiani di ricominciare sempre ovunque e comunque, nonostante tutto e tutti. Se potessimo congeleremmo in qualche modo tutto l’amore, la forza e la determinazione dei nostri connazionali che ci hanno preceduto e che ci rende orgogliosi ancora di più di essere italiani. La loro determinazione a farsi riconoscere come popolo gran lavoratore e onesto, vi ricordiamo che è solo dagli anni 60’ che l’italiano viene rispettato in quanto tale. Prima era uno schiavo, a lui si davano i lavori più umili, negli anni della guerra era nemico e non poteva riunirsi con altri italiani, non erano riconosciuti i loro diritti e tante famiglie che si sono trasferite prima degli anni 50’ obbligavano i figli a parlare inglese e a cambiare il nome in un nome inglese. I bambini che venivano qui venivano mandati a scuola 2 o 3 classi indietro. Ecco, si! Salveremmo questa forza, determinazione e orgoglio italiano che ha fatto in modo che noi potessimo migrare in questa terra senza quasi sentirne il distacco. Del Canada salveremmo la loro gentilezza, la loro accoglienza senza se e senza ma. Questa loro genuinità e ingenuità. La loro spontaneità, che li rende unici, a loro non manca mai un sorriso e un buongiorno. Non miglioreremmo nulla sia dell’Italia che del Canada, perché dovremmo entrare in un discorso politico che ci porterebbe ad aprire una voragine. Senza il discorso politico, sono due paesi meravigliosi ognuno con le sue unicità e meraviglie artistiche e naturali. Quello che ci manca quando siamo lontani dall’Italia, sono i nostri genitori, fratelli, sorelle. Le nostre amate montagne con i loro meravigliosi rifugi, non che manchino montagne in Canada ma non hanno la nostra cultura di montagna ovvero i rifugi, i pascoli ecc. Quando invece, siamo lontani dal Canada ciò che ci manca è la gentilezza tra le persone, quel loro sorriso quando li incontri. La gioia di poter godere degli spazi cittadini senza preoccupazione alcuna. Ci sentiamo fortunati, siamo cresciuti in un’Italia meravigliosa e continuiamo a crescere in una terra altrettanto bella e soprattutto costruita anche da quegli italiani che hanno reso l’Italia un orgoglio nel mondo.

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